Erano gli anni del dopoguerra, tutti
con una gran voglia di esserci, di partecipare, di sentirsi parte di
un'insieme, voglia di vivere come persone, come paese, come collettività.
Ed erano gli anni in cui un signore di nome Mario Fravolini
(nella foto) aiutò un paese intero a tornare a sorridere e ritrovarsi in
tante manifestazioni che ancora oggi sono ricordate da tanti con
nostalgia.
"Sor" Mario organizza,si ingegna, spende il suo tempo, si rivela motore
indispensabile di tutte le feste di quegli anni. Fonda
"la società del ballo" dove si accede se moralmente ed eticamente
corretti, nel vecchio cinema del Monticchio il comportamento dei
partecipanti è irreprensibile, ci si diverte in modo semplice, pena
l'espulsione dalla società, si ascoltano i dischi delle canzoni
dell'ultimo Sanremo che puntualmente Mario compra a Roma.
Per aiutare le ragazze a vincere il titolo di Miss, i ragazzi regalano
caramelle e cioccolate alle più belle, e tutto in un'aria di serena
allegria, Mario annota puntigliosamente entrate e uscite, gode della
fiducia e della considerazione di tutti, essendo nota la sua dedizione,
l'altruismo, il suo disinteressato impegno.
E' il primo ad organizzare il carnevale che si svolge il giorno di
S.Antonio, benedizione al mattino, prima gli animali domestici, poi le
mucche tutte inghirlandate, poi viene la cavalleria in costume (si
ricordano "gli ussari", "i moschettieri", "i veneziani", "gli antichi
romani"), e in chiusura arrivano gli asini per una bella risata finale.
Nel pomeriggio c'è la sfilata che parte dal Monticchio e arriva davanti
alle suore dopo il ponte per poi tornare indietro, e il carro allegorico,
costruito in fondo a via Roma nella falegnameria di Gregorio "il
padovano", è orgoglio di tutto il paese che partecipa alla festa con
mascherate semplici, più o meno organizzate.
Il primo carro fu dedicato alla Primavera poi venne quello dell'Arancia
che si apriva in spicchi, poi fu l'indimenticabile Gondola, tutti
realizzati con tanto lavoro e le tante difficoltà di quegli anni, ma con
una straordinaria voglia di fare qualcosa per la propria gente, per il
proprio paese.
I meravigliosi costumi d'epoca che arrivano a Bassano come un sogno,
Mario li prende a Roma dalla parrocchia di Cinecittà dove il parroco,
fingendo una rappresentazione teatrale, riesce ad averli direttamente
dagli studi cinematografici.
Ma bisogna riconsegnarli la mattina seguente, questi sono gli accordi, e
Mario per mantenere vivo questo "canale" si vede costretto a ritorni
rocamboleschi verso la capitale con la propria macchina piena di elmi,
cappelli, mantelli, sciabole e lance.
Per non parlare poi della "famosa" partita di pallone tra "storti e
sciancati" di cui ancora si ricordano le fragorose risate di tutto il
popolo di Bassano.
Ieri Mario Fravolini era tutto questo e anche di più, un uomo al
servizio della collettività con tante idee e tanta voglia di fare, che
ha regalato sorrisi e allegria ad un paese intero per molti anni, oggi
Mario è un uomo ricordato volentieri da tutti, magari con un pizzico di
nostalgia. |
Trenzio nasce da un'idea di Enzo
Quaglia.
Aveva visto, a Sutri, bruciare re carnevale, "Checco" , e ne era stato
molto colpito , da qui l'idea: "perché non lo facciamo anche noi RE
CARNEVALE ?." Nella villa del Palazzo Giustiniani di Bassano Romano,
nascosta in un angolo, c'era un'enorme statua, dico c'era perchè sembra
sia sparita, che raffigurava il dio mitologico Nettuno (non sono sicuro
se fosse proprio Nettuno), comunque il mio amico insisteva <<lo
dedichiamo a Nettuno che è sempre così solo ma lo chiameremo "TRENZIO"
>>. Io non ero molto d'accordo, per essere solidale con le nostre origini,
avrei preferito chiamarlo LALLO, comunque, dopo un po' di tempo, qualche
tentativo da parte di Enzo e Costantino Gai e molta insistenza siamo
partiti con TRENZIO che oramai è entrato nella storia del Carnevale
Bassanese, sono circa 15 anni che viene cremato.
Il primo carro allegorico è stato realizzato nel 1995 ed
era stato preceduto da un paio di timidi tentativi.
Per dare forza e spessore a questa piccola storia abbiamo dedicato a
TRENZIO una canzone (scritta da Rodolfo e cantata
da Rodolfo e Costantino, che chiude la manifestazione del carnevale
bassanese con una danza (tempo di tarantella) imbastita da tutti i
partecipanti durante la cremazione.
In questo modo, idealmente, ogni anno, nel periodo in cui cade il
CARNEVALE, portiamo in giro per le strade del nostro paese questo
personaggio, facendolo divertire e facendolo diventare un grande RE, "RE
CARNEVALE."
Rodolfo Manoni
Storia scritta da Massimo Andreotti |